Carissime, carissimi,
da sempre Lipomo ha avuto una grande devozione nei confronti di Maria. Dagli Atti della Visite Pastorali dei vescovi di Como citate da Mario Mascetti nel volume “Lipomo e la sua storia” e da un quaderno di appunti del 1903 presente nell’archivio parrocchiale, si può documentare come la devozione a Maria, oltre che costante, sia anche evoluta nel tempo.
Il primo accenno del culto mariano finora a noi pervenuto, come già vi ho scritto l’anno scorso, lo troviamo negli atti della visita pastorale di mons. Filippo Archinti del 29 maggio 1597 quando il vescovo scrive: “ L’altare maggiore è sotto il soffitto, aderente alla parete. In luogo(al posto) dell’icona c’è, dipinta sulla parete,l’immagine del Cristo Crocifisso, della Beata Vergine Maria e di San Vito”. E’ il bell’affresco ancora oggi presente sull’altare maggiore rimasto a lungo nascosto e opportunamente ricuperato nei lavori di restauro della chiesa negli anni 2005 – 2006.
Nella visita pastorale di mons. Ambrogio Torriani del 13 ottobre 1671 però descrivendo la chiesa si dice: “Havvi una sola cappella e altare sopra il quale vi è una immagine dipinta sulla parete del S.S. Crocifisso quasi consumata”.
La situazione cambia quando, completamente rifatta e ampliata la chiesa, i visitatori incaricati dal vescovo mons. Carlo Ciceri il 5 luglio 1685 scrivono: “ Sopra l’altare fra altre pitture spiccano su una grande tela le immagini dei Santi Vito e Modesto, Titolari della chiesa”. Questo quadro, ne ignoriamo finora l’autore, avrebbe nascosto fino ai nostri giorni l’affresco cinquecentesco. Anche con il cambio di scena dell’altare maggiore però, non è venuta meno la devozione mariana. Infatti osservando la tela ora collocata su una parete laterale del presbiterio, sopra i santi patroni è raffigurata Maria con in braccio Gesù Bambino tra un gruppo di angioletti festanti. Nella stessa visita pastorale del 1685, si descrive anche una cappella laterale “posta di fianco all’altare maggiore dalla parte dell’Evangelo senza cancello fisso. Havvi dipinta una immagine della Vergine Assunta con una finestra con vetri speciali”. In altre parole, il primo altare laterale non era dedicato come ora all’Addolorata ma all’Assunta, forse per ricordare l’antico legame con la basilica cattedrale di Como dedicata a Maria che entra nella gloria del Paradiso, legame che comportava anche il pagamento di decime e tasse varie ai canonici. Questo altare rimarrà dedicato all’Assunta almeno fino alla visita pastorale di mons. Agostino Maria Neuroni del 26 maggio 1758.
Nella visita pastorale di mons. Giovan Battista Mugiasca dell’11 giugno 1768 però, l’altare laterale è descritto come dedicato alla Madonna Addolorata. Come mai questo cambiamento? Difficile dirlo. Interessante l’ipotesi del Mascetti che attribuisce il cambio di dedicazione al parroco don Giuseppe Maggetti che tanto tribolò per essere accettato come parroco di Lipomo e che personalmente era molto devoto alla Madonna Addolorata.
Un altro particolare interessante si rileva dalla visita pastorale di mons. Carlo Romanò del 30 luglio 1840 che allude alle due feste che “si solennizzano in paese” e cioè la festa dei Santi Vito e Modesto il 15 di giugno e della Madonna Addolorata la terza domenica di settembre, cioè come noi oggi! La dedica dell’altare laterale alla Madonna Addolorata non è più cambiata; ne troviamo conferma anche nella visita pastorale di mons. Pietro Carsana del 28 settembre 1873 che aggiunge come nella chiesa ormai completamente rifatta come la vediamo noi oggi, il secondo altare laterale è dedicato a Sant’Antonio Abate; la statua del santo tutt’ora esistente proveniva da un convento soppresso situato nella frazione di Rovascio.
Più complesso però descrivere quale statua della Madonna fosse posta sull’altare perché un inventario del 1837 riferisce la presenza di una statua dell’Addolorata; un inventario del 1879 di una statua della Madonna del Rosario in legno e rivestita di abiti di seta (tali statue in seguito furono proibite e bruciate!); un inventario del 1912 di “un altare dell’Addolorata e statua in plastica dell’istessa”.Insomma, ho ancora da divertirmi e cercare notizie circa l’attuale statua dell’Addolorata tanto venerata in paese e incoronata con una corona d’oro della ditta Lissi, da mons. Alessandro Macchi il 23 aprile 1939.
Il tutto per onorare Maria e per esprimere riconoscenza ai nostri padri che ci hanno tramandato una fede semplice ma grande e costante; fede da vivere e tramandare anche ai nostri giorni.
don Alfoso Rossi